PATANJALI. YOGA-SUTRA
PATANJALI. YOGA-SUTRA, Traduzione e commento di Guido Sgaravatti, 2009, ed. Uniontrust
“Il materiale psichico contenuto negli Yoga-Sutra di Patanjali è tutto accuratamente rimosso dalla nostra cultura”.
Guido Sgaravatti
Guido Sgaravatti si è avvicinato per la prima volta agli Yoga Sutra di Patanjali nel 1946 e non ha mai smesso di studiarli, convinto essi siano un testo di psicologia del profondo dal valore eccezionale. L’accurato lavoro di traduzione è partito da uno schedario in cui, per anni, Sgaravatti ha annotato tutti i termini sanscriti semanticamente collegati alla psicologia analitica occidentale.
La prima edizione, ora fuori commercio, usciva nel 1992, la seconda (nella foto) è stata presentata nell’ottobre 2009 al Congresso di Bologna dell’Associazione Italiana Ipnosi Regressiva.
Gli Yoga-Sutra sono considerati la base di tutte le differenti scuole di yoga. Di chi l’ha scritto, Patanjali, si sa molto poco. Chi dice sia vissuto nel 500 a.C, chi nel 500 d.C, chi ancora sostiene che il testo sia antico di 5mila anni. Si tratta comunque di un insegnamento senza tempo, attuale anche, e a maggior ragione, ai nostri giorni. Nonostante la grande imprecisione che circonda la datazione, secondo lo studioso padovano può essere sensato datare Patanjali intorno al 400 a.C, anche alla luce del fatto che il suo pensiero deriva dalla filosofia Samkhya, dalla quale lo stesso Buddha è stato influenzato.
La stesura si divide in 4 sezioni (pada).
Il primo pada, composto di 51 sutra, tratta del samadhi, tecnica mentale raffinatissima che rappresenta anche il gradino più elevato del percorso yogico e che porta a superare il condizionamento che ci deriva dai meccanismi automatici del pensiero
Il secondo pada, 55 sutra, riguarda la pratica dell’allievo.
Il terzo pada, 56 sutra, è relativo al controllo dei livelli che la nostra cultura chiama “paranormali”.
Il quarto pada, 34 sutra, è un chiarimento degli argomenti precedentemente esposti, e con buona probabilità è stato aggiunto in epoca più tarda.